Con il DL 77 del 31/05/2021 convertito con Legge 108 del 29/07/2021 il Governo Draghi ha istituito il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in recepimento del Regolamento Europeo 2021/241 che istituisce il Dispositivo di Ripresa e Resilienza. Con questo strumento l’Unione Europea mette a disposizione degli stati che ne facciano domanda fino a 312,5 miliardi di euro a fondo perduto e fino a 360 miliardi di euro come prestito - per l’Italia sono previsti 191,5 miliardi di euro dall’Europa ai quali si sommano altri 30,6 miliardi previsti dal Piano Nazionale per gli investimenti Complementari (PNC). Per poter accedere a questi fondi o linee di credito l’Italia ha dovuto presentare però un piano dettagliato di riforme da realizzare in tempi strettissimi.
Questa Legge dello Stato getta le basi per un soverchiamento delle competenze e delle suddivisioni dei poteri istituzionali, esautorando di fatto le istituzioni. Vediamo come. Sono stati trasferiti poteri propri del Governo e del Parlamento con la creazione ad esempio della “cabina di regia” che ha potere di indirizzo politico (esclusivo del Parlamento), della “segreteria tecnica” che ha compiti di assistenza, del “tavolo permanente” che ha funzioni consultive e della “unità di missione” che ha funzioni di valutazione e monitoraggio. Tutte queste strutture sono indipendenti ed autonome rispetto il quadro politico e rimarranno in carica fino al 31 dicembre 2026 a prescindere dall’evoluzione degli scenari politici (anche in caso di cambio di Governo o dopo nuove elezioni) anche in sostituzione delle istituzioni stesse. Sono peraltro composte di figure tecniche nominate da enti privati senza concorso pubblico. Si garantiscono così, anche in caso di caduta del Governo, di potere proseguire con la politica indicata dal PNRR senza che il popolo italiano e i suoi rappresentanti possano interferire minimamente. Lo ha confermato espressamente il Primo Ministro Draghi durante la conferenza stampa di fine anno del 22 dicembre 2021: «Abbiamo creato le condizioni affinché il lavoro sul PNRR continui indipendentemente da chi sarà al governo.» Inoltre queste strutture hanno possibilità di sostituirsi agli enti dello Stato (Regioni, Comuni, etc) che non siano in grado di rispettare gli obblighi del PNRR attraverso un meccanismo di commissariamento. In tal senso suonano come un possibile campanello di allarme le dichiarazioni del vicegovernatore della Regione Autonoma FVG Riccardi che ha già espresso preoccupazione riguardo la mancanza di figure professionali all’interno delle istituzioni regionali capaci di portare avanti gli obiettivi e i progetti del PNRR declinati sul territorio. Di fatto si corre il rischio che si venga a creare una “crisi da eccessivi progetti” per cui gli enti pubblici non riusciranno a realizzarli nei tempi richiesti. Noi di ARCA APS riteniamo tutto questo di una gravità estrema, anche in funzione del fatto che viene prevista per legge l’attuazione di interventi in deroga alla legislazione in materia di tutela della salute, della sicurezza e della incolumità pubblica, dell’ambiente e del patrimonio culturale. Questo con una semplice decisione della cabina di regia avente efficacia immediata. Inoltre è in discussione in Parlamento la modifica agli articoli 9 e 41 della Costituzione, dove viene introdotto il concetto di tutela ambientale anche come limitazione per la libera impresa. Assumono così un preciso significato le parole del Primo Ministro Draghi: «È vero che stiamo ancora lottando contro la pandemia, ma questa [quella climatica, ndr] è un'emergenza di uguale entità e non dobbiamo assolutamente ridurre la nostra determinazione ad affrontare i cambiamenti climatici.»
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